- Andare al cimitero. C’è poca gente e i morti non sono contagiosi.
- Passare il tempo libero a casa propria, passando più tempo a leggere che a guardare la televisione. Dedicare più tempo ai nostri cari.
- Andare nei paesi abbandonati. Considerare che i viaggi non fatti adesso li faremo in futuro.
- Inginocchiarsi ogni tanto. Guardare il cielo. Guardare negli angoli di noi stessi da tempo abbandonati.
- Contrastare il nostro bisogno di sventura aumentando il nostro desiderio di bene. Fare dei piccoli regali per tenere viva l’economia.
- Stare molto concentrati sulle cose importanti della nostra vita. I virus non amano i grandi sognatori.
- Non pensate a chi vi può contagiare. Pensate a chi potete guarire.
- Predicate che ci vuole un altro mondo, ora è più facile mettere le fondamenta per la nostra nuova casa nel mondo.
- Essere attenti è una virtù bellissima se accompagnata alla dolcezza. Lavatevi le mani, mandate carezze usando la rete.
- La questione è virale, ma è anche teologica. La vicenda terrena è misteriosa, lo era anche prima del virus. Se non potete stringere la mano agli uomini, stringetela a Dio.
Lo scrittore e paesologo Franco Arminio ci accompagna in questo periodo di isolamento obbligato e ci invita a pensare a nuove forme di felicità, di condivisione e di espressione di noi stessi. Vi proponiamo il “Nuovo decalogo” da poco pubblicato: