Nei mesi scorsi l’equipe del Consultorio ha iniziato una nuova e bellissima esperienza formativa, da poco conclusa: il Compassion Training o Provare Compassione. Sì perché il “provare compassione” dell’operatore è un aspetto determinante del suo agire professionale, ma sicuramente è un sentimento che interessa l’agire di tutti, indipendentemente dalla professione.
Perciò può essere utile meditare su questo sentimento per il bene delle nostre relazioni.
Condividiamo alcune riflessioni, maturate durante il corso da Liana Paleari, psicologa operatrice del Consultorio.
“In Consultorio ci viene richiesto di essere operatori qualificati anche nella gestione dei vissuti che si generano, sia con chi accede sia nell’equipe. Siamo esseri umani in contatto con persone che soffrono, o in difficoltà o in fatica, e ciò comporta sollecitazioni emotive intense anche dentro di noi… viviamo preoccupazione, paura, angoscia, sofferenza, rabbia. Ecco, sembrerà strano ma se vicino a questi vissuti si scopre di provare anche un po’ di compassione, ciò è qualcosa di buono e che aiuta. Spesso questo termine viene usato con un’accezione negativa del “fare pena”. In realtà con una disposizione compassionevole si sviluppa uno stare vicini nella sofferenza più umano, accogliente, comprensivo e benevolo…e anche più obiettivo.
E’ importante allenarsi a osservare come reagiamo di fronte ai limiti umani, nostri e altrui, alle modalità umane che ci fanno provare vissuti faticosi, notando quali reazioni difensive si attivano in noi, cercando di mantenere uno sguardo alla complessità umana andando oltre il limite, guardando cosa c’è intorno al limite, nostro e dell’altro. Con questa formazione noi operatori proviamo così a coltivare e sviluppare compassione dentro di noi, a beneficio nostro e delle persone che accogliamo.”